L’emergenza Covid-19 ha cambiato a livello globale anche il settore della ristorazione, che con l’inizio della quarantena ha subito l’immediato blocco delle attività. Vediamo insieme come stanno reagendo alcuni Ristoratori in Italia e poi all’estero. In particolare in Cina, dove l’emergenza è cominciata per prima, e negli Stati Uniti. Troveremo degli spunti per nuove soluzioni e delivery che ti aiuteranno ad adeguarti in modo innovativo alla cosiddetta “Fase 2”.
L’Italia si prepara a ripartire
Molti ristoratori hanno pensato di affrontare questo periodo di transizione potenziando il Delivery, proponendo Box dalla propria dispensa, da consegnare a domicilio, per preparare deliziosi piatti Gourmet oppure trovando soluzioni nuove per il contenimento dei costi fissi, come la Ghost Kitchen.
1. Delivery
Alcuni ristoranti erano già attivi con questo servizio, ma hanno voluto potenziarlo. Altri hanno iniziato a sfruttare questa possibilità per mantenere attivo il proprio locale. E’ il caso di Niko Romito e il delivery di “Spazio Bar” e “Cucina a Roma”, o di “Carlo e Camilla a casa tua” che ha presentato Carlo Cracco.
2. Box “stellati” a casa
Alcuni chef stellati hanno pensato di portare l’alta qualità a casa dei clienti con Box da ultimare, composti da prodotti sottovuoto e ingredienti. Il tutto è accompagnato da “istruzioni per l’uso”. E’ il caso della “Franceschetta 58” di Massimo Bottura che ha attivato il servizio di consegna a domicilio a Modena. O di “ImbutoBox” di Cristiano Tomei, uno dei massimi esponenti della cucina creativa italiana del futuro, che si rivolge a tutta l’Italia. Altrettanto interessanti sono i box griffati del ristorante “Oste e Cuoco” di Filippo La Mantia, noto chef che ha puntato su una selezione di prodotti siciliani che spaziano dalle cassatine alle arancine, dalla caponata alla torta al pistacchio, senza dimenticare pasta o cous cous.
3. Tra le nuove soluzioni la Ghost Kitchen
Ristorazione fa rima con creatività e così nasce un approccio nuovo per fare business. L’esempio lampante di questa iniziativa è “Via Archimede – Gastronomia di Quartiere”, che Luca Guelfi ha aperto il 10 aprile a Milano. Non vuole essere un luogo fisico, ma è una brigata pronta a lavorare senza i tavoli, per preparare piatti della tradizione italiana da consumare a casa.
Nuove soluzioni dal resto del mondo
Una volta combattuta la pandemia, l’industria della ristorazione sembrerà ben diversa da come l’abbiamo lasciata! In Texas, c’è chi ha deciso di dire basta ai prezzi esorbitanti per dare il via libera ai Menu Familiari con box di carne di ottima qualità, accompagnati da gift card e merce. E’ il caso di una realtà come “The Peached Tortilla”. Oppure guardiamo “Pinch Kitchen” a Miami, che si è reinventato in un ristorante di consegna, con doverose modifiche al proprio menu.
Anche New York riparte dal delivery
Le cucine di parecchi ristoranti nella vivissima New York sono timidamente attive. I fuochi continuano a funzionare per garantire la consegna di cibo, così da offrire qualità e vicinanza ai propri clienti. Proprio per questo motivo la National Restaurant Association ha inviato una guida direttamente ai Ristoratori, per offrire loro una serie di linee guida da seguire in caso di riapertura. E così NY si prepara a reagire rispettando questo punti:
- Monitorare i dipendenti e la loro salute per garantire un ambiente sicuro;
- Seguire protocolli di pulizia più severi per ogni piano di lavoro e ogni angolo del ristorante e cucina;
- Aggiornare le planimetrie per garantire il distanziamento sociale;
- Adattare il proprio menu al fine di ridurre al minimo il contatto tra clienti e personale al lavoro. La distanza sociale dovrà necessariamente richiedere l’assunzione di un menu digitale per tutte quelle attività che, fino ad ora, hanno sempre e solo presentato una versione cartacea;
- Mascherine e guanti devono essere indossati dal personale.
Evitare il sovraffollamento è la missione primaria dei ristoranti che riaprono al pubblico nel totale rispetto del buon comportamento. Il sindaco Bill de Blasio ha garantito che i ristoranti potranno posizionare i posti a sedere nelle zone esterne, occupando anche strade e spazi di fronte alla propria entrata.
Il modello cinese: c’è voglia di ristorante (da casa!)
In terra cinese intanto continuano gli studi e le analisi del mercato: si lavora per sostenere il servizio delivery ed eventuali business che prevedono una consegna a casa. La chiave per ripartire sta proprio nel portare la qualità del buon cibo e la cura dei dettagli dentro le mura domestiche. Proprio come prima eravamo abituati a fare direttamente nei ristoranti!
I ristoratori invece hanno previsto una serie di nuove soluzioni che diventeranno punti fermi dai quali ripartire per le proprie attività ristorative. A Shanghai e Pechino è ritenuto necessario che i clienti siedano separati da almeno un tavolo vuoto, mentre potrebbero essere previsti dei posti fissi anche per i posti a sedere. Intanto nella maggior parte dei centri commerciali il personale addetto alla sicurezza controllerà lo stato di salute del cliente, eseguendo una scansione con l’aiuto di macchine termometriche che ormai coprono praticamente ogni angolo delle città. L’obiettivo è monitorare ogni ingresso e impedire che si possa accedere liberamente nei luoghi pubblici e nei punti di ritrovo.
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